Le caratteristiche di un piano industriale di tournaround.
Ai fini della soluzione negoziale della crisi d’impresa, assume un ruolo centrale la pianificazione del risanamento o del tournaround industriale o strategico. Sarà necessaria pertanto, la redazione di un adeguato e coerente piano di risanamento da parte dell’imprenditore, il quale costituisce uno strumento essenziale per la valutazione di fattibilità tecnica ed economico finanziaria del progetto di risanamento complessivo. In esso devono essere contenuti tutti gli interventi ritenuti necessari alla soluzione della crisi e dell’individuazione delle tempistiche correlate; dovrà essere redatto rispettando i principi di chiarezza, completezza, affidabilità, attendibilità, neutralità, trasparenza e prudenza che consentano all’impresa e ai terzi di poterne apprezzare la correttezza e farne assumere le decisioni necessarie. L’attività iniziale e propedeutica alla redazione del piano non può prescindere dall’enunciazione sintetica della natura, degli obiettivi e delle caratteristiche essenziale del progetto d’impresa. Tale indicazione permette l’esplicitazione di tutti quegli elementi di giudizio di rilievo riguardanti l’iniziativa in sé oggetto di pianificazione, la tipologia e destinazione del documento formulato in relazione al suddetto progetto. Tale descrizione si pone nella parte iniziale tanto del complessivo procedimento di analisi e redazione del piano di fattibilità aziendale, quanto del procedimento di consultazione e valutazione di quest’ultimo da parte di uno qualsiasi dei suoi possibili destinatari. Il business plan non deve essere una presentazione sterile, ma deve rappresentare al tempo stesso un importante strumento di analisi e di apprendimento. Un piano industriale ben formalizzato fornisce un supporto ai processi decisionali all’interno di un’azienda, una struttura per la sua gestione e definisce un metodo per ogni aspetto. Inoltre il piano da un parametro di riferimento, indicando i limiti e gli obiettivi rispetto ai quali misurare le prestazioni effettive. Se questi dovessero essere disattesi o superati, ci sarà sempre la possibilità di correggere il piano, la strategia oppure, a volte, gli stessi obiettivi. Il piano nasce essenzialmente per comunicare gli obiettivi e presentare il progetto all’esterno ad una serie di potenziali interlocutori; gli stessi obiettivi di comunicazione del piano d’impresa cambiano a seconda delle diverse fasi della vita aziendale e della tipologia dei destinatari a cui il piano è rivolto. Ѐ necessario evidenziare, sin da subito, che la componente temporale è spesso vincolante; infatti, l’impresa deve affrontare, nella situazione di crisi in cui può contare solo su fonti finanziare autonome limitate rispetto agli impegni di pagamento, le difficoltà che la partecipazione all’operazione di risanamento di una pluralità di interlocutori, tra cui le banche, impongono a cagione dei processi decisionali che quest’ultimi dovranno, al loro interno, affrontare e le cui tempistiche sono di gran lunga superiori rispetto alle necessità di intervento imposte dal piano. La situazione di partenza è di particolare importanza per il buon andamento del piano di risanamento, quindi deve essere effettuata un’analisi profonda e critica dell’impresa per rideterminare le strategie individuando le azioni di risanamento. Tali analisi devono evidenziare le cause della crisi aziendale, individuando se trattasi di crisi economica, finanziaria, ovvero economico-finanziaria. Una volta che sono state delineate le cause occorre che l’imprenditore definisca rapidamente le linee guida del piano. L’analisi quantitativa di partenza può essere effettuata mediante riclassificazione dei dati di conto economico e stato patrimoniale dell’impresa alla data di redazione del piano; una modalità di riclassificazione dei dati patrimoniali può essere quella del criterio finanziario, al fine di individuare i tempi in cui gli investimenti si trasformano in liquidità, mentre gli elementi del passivo possono essere classificati secondo il criterio della loro esigibilità. Questo tipo di riclassificazione consente l’analisi della struttura e dell’equilibrio finanziario a breve termine. La situazione economica può essere riclassificata secondo modalità tali da consentire l’individuazione delle singole aree di formazione del reddito, ossia l’area caratteristica e l’area extra caratteristica; il conto economico così rielaborato può consentire valutazioni sulla capacità prospettica di generare reddito, in particolare di quello generato dalla gestione operativa su cui si fonda il piano di risanamento o di turnaround. In tale ottica, il documento deve indicare le misure necessarie al ripristino della gestione economica e finanziaria dell’impresa mediante l’ottimizzazione dei flussi di cassa e alla sistemazione dell’indebitamento in modo da ricondurre l’impresa alle normali condizioni di economicità, ossia di equilibrio economico d’esercizio. Pertanto il piano di risanamento deve essere redatto tenendo conto della strategia di rilancio che l’imprenditore intende attuare, delle condizioni ambientali in cui opera l’azienda e delle previste operazioni di ristrutturazione societaria sia interne che esterne. A titolo esemplificativo è necessario verificare che vi siano flussi di informazioni sistematici e attendibili, l’area marketing abbia conoscenza dell’andamento del mercato e della concorrenza, e l’area vendite conosca l’evoluzione della domanda e delle sopraggiunte necessità della clientela. Una volta individuate le aree di intervento occorre attribuire delle priorità; in particolare, bisogna verificare se esistono aree in cui l’intervento non preveda investimenti. Nell’ambito delle operazioni interne, il piano di risanamento deve contenere una o più strategie alternative cui ricorrere nel caso di scostamento delle ipotesi su cui il piano si fonda. Tra i progetti alternativi deve essere previsto un progetto cosiddetto pessimistico che sconti il venir meno delle ipotesi di base. Nel caso in cui la crisi dell’impresa è caratterizzata anche da un calo delle vendite, il risanamento deve passare per una riduzione del personale in esubero, e tale riduzione, può avvenire attraverso il ricorso alla cassa integrazione. Oltre alla riduzione del capitale umano, il piano di risanamento o turnaround, può prendere in considerazione l’eventualità di dare alcune lavorazioni a terzi al fine di migliorare la situazione economico patrimoniale, nonché di efficientare i processi produttivi e quelli economico finanziari correlati. Le operazioni esterne riguardano, invece, attività volte alla dimissione di parti del complesso aziendale, quali rami d’azienda, o, alla cessione di partecipazioni, non considerate strategiche alla realizzazione del risanamento dell’impresa. Tali operazioni si caratterizzano per la ricerca di fonti di finanziamento che consento di sostenere i fabbisogni finanziari sottesi al piano. Tra le principali fonti di finanziamento abbiamo l’apporto di capitale di rischio, utile a dimostrare la credibilità del piano stesso, l’apporto di cassa o l’alleggerimento della posizione finanziaria netta attraverso le dismissioni di asset. Nel piano di risanamento devono essere presenti, pertanto, una serie di indicazioni relative alle prospettive economiche, reddituali e finanziarie dell’impresa ristrutturata al fine di poter affrontare in modo efficacie la crisi e rilanciare l’attività al fine di raggiungere di nuovo l’economicità in tempi brevi. Nella redazione del piano industriale si devono motivare i creditori al fine di convincerli sul fatto che il rilancio dell’attività aziendale, può passare anche da un’attività negoziale con gli stessi. L’ultima parte del documento è costituita dalle analisi di sensitività con le quali l’azienda ipotizza scenari alternativi rispetto a quelli considerati, al fine di verificare l’impatto di diverse ipotesi sui risultati prospettati.
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