La crisi aziendale.
Le imprese del nostro Paese, sono caratterizzate, da sempre, da uno scarso grado di patrimonializzazione collegato a livelli di indebitamento elevati, e che in passato hanno fatto ampio ricorso alla leva finanziaria, si trovano ad operare in situazioni che favoriscono il sopraggiungere di stati di crisi e di insolvenza13. La sopravvivenza dell’impresa risulta più difficoltosa in ragione di fenomeni macroeconomici, della repentina trasformazione dei processi produttivi, dalla concorrenza globalizzata e dalla scarsità dei meccanismi di previsione attendibili, che rendono sempre più pericolose le situazioni di squilibrio e disfunzione all’interno delle organizzazioni.
Possibile riassumere le principali prospettive secondo le quali il tema della crisi è stato affrontato. Nella prospettiva macroeconomica la crisi è caratterizzata da livelli di attività produttiva più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando completamente tutti i fattori produttivi a disposizione. L’attenzione è posta sulle dinamiche delle variabili strutturali quali il costo o la disponibilità dei fattori produttivi, lo sviluppo tecnologico e la capacità di innovazione, i fattori ambientali e socio politici, e le dotazioni infrastrutturali. Nella prospettiva settoriale, dove l’attenzione è rivolta alle dinamiche delle variabili sopracitate in contesti dai confini ben definiti e delineati. Nella prospettiva aziendale, invece, l’attenzione è rivolta ai fattori generatori di crisi e ai sistemi di previsione e soluzione della stessa nell’ambito della definizione dei confini aziendali. Gli studi riguardano le singole realtà aziendali e possono essere suddivisi in due macro aree di analisi: la prima è costituita da studi di natura tipicamente finanziaria, incentrati sulla possibile previsione dell’insolvenza aziendale; la seconda è rappresentata da quell’insieme di contributi che indagano le cause della crisi d’impresa con la sottesa valutazione della possibilità di interventi di ristrutturazione aziendale. Le suddette prospettive possono essere ricondotte, nell’ambito di una concettualizzazione più operativa, a due classi di crisi: la crisi settoriale o aziendale e la crisi finanziaria o patrimoniale. La crisi di settore è riconducibile alle tre prospettive teoriche esposte precedentemente. Essa, infatti, può aversi sia perché l’attività aziendale è sviluppata su un mercato obsoleto, sia perché l’azienda assiste a una contrazione della domanda che la costringe a riposizionarsi su più bassi livelli di produzione e operatività. La crisi per obsolescenza di mercato è naturalmente la più grave. Il superamento della tecnologia o il cambiamento nelle abitudini dei consumatori pongono l’azienda in un mercato sempre più contratto e destinato ad esserlo sempre di più. Nel caso di contrazione del mercato, invece, l’azienda può mantenere un buon livello di volumi d’affari, ma dovrà porre in essere uno sforzo strategico che permetta la diversificazione su più mercati, spostando gli investimenti in aree a più elevata crescita.
La crisi aziendale può dipendere da molteplici fattori, quali per esempio il posizionamento sul mercato con errato tempismo, o un’organizzazione interna insufficiente. La crisi di natura finanziaria o patrimoniale segue le precitate situazioni di crisi: una gestione economica dove si contraggono perdite o una gestione scorretta delle fonti di finanziamento dell’attività aziendale sono le principali cause che possono influenzare negativamente il risultato economico dell’azienda. In particolare, alcuni esempi di crisi finanziaria possono essere dati dallo squilibrio temporale tra investimenti e fonti di finanziamento, nello specifico da investimenti non finanziati da coerenti fonti di finanziamento di medio lungo periodo, ma utilizzando forme di finanziamento di breve periodo. Il sovraindebitamento degli investimenti, seppure finanziai da fonti coerenti all’iniziativa, che non producono elevati livelli di fatturato e marginalità, in grado di ripagare la fonte di finanziamento prescelta. L’analisi dello stato di crisi aziendale può essere svolta partendo dai dati di bilancio e attraverso l’analisi per indici o per flussi. La cosiddetta analisi finanziaria è necessaria al fine di comprendere le ragioni e la genesi della crisi, oltre a indicarne le possibili soluzioni.
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